Arco di Costantino: tra continuità e innovazione
DOI:
https://doi.org/10.5617/acta.5746Abstract
La decisione del Senato romano di erigere un arco di trionfo per Costantino I richiedeva soluzioni legate a problemi sia ideologici che pratici. Dato che la vittoria di Costantino aveva posto fine non a una guerra contro i barbari “intrusi”, ma ad una guerra civile, si optò per la scelta di motivi iconografici piuttosto generici, atti ad esaltare le virtutes imperiali. Il fregio “storico” che narra la campagna contro Massenzio è abbastanza modesto, e non spicca nel quadro generale. Per questa parte dell’arco si affidò l’incarico a un’officina che lavorava per committenze private, segno che non esistevano più quelle spezializzate in opere pubbliche. Soltanto i rilievi reimpiegati erano marmi “statali”, prelevati da depositi o monumenti demoliti, con i ritratti originari sostituiti con quelli di Costantino e Costanzo Cloro. La stessa dialettica tra il vecchio e il nuovo si riscontra negli elementi decorativi, anche in quelli riutilizzati con integrazioni costantiniane dove gli originali non erano sufficienti. Grazie all’uso di tanti elementi riutilizzati l’arco si presenta come un monumento tradizionale nonostante il suo carattere per certi versi rivoluzionario.
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