Indagini iconografiche sugli affreschi del Pellegrinaio in S. Maria della Scala a Siena
DOI:
https://doi.org/10.5617/acta.5732Sammendrag
Siena prende in considerazione un programma figurativo che mostra la transizione da modelli cristiani ad una concezione decisivamente profana. Le indagini presenti mettono in relazione l’iconografia con una rilettura degli eventi più importanti e attuali degli stessi anni in cui è realizzato il ciclo famoso. Viene dimostrato come la realistica transposizione iconografica dell’opera – un realismo che tra l’altro si ispira alla pittura contemporanea delle Fiandre – muove da precise indicazioni e suggerimenti del committente: il rettore dello Spedale Giovanni Francesco Buzzichelli. Si ritiene opportuno optare per una nuova interpretazione dell’affresco del Vecchietta in relazione al simbolismo della Scala Mariae, dell’ascesa al cielo e della redenzione. Nel Pellegrinaio convivono da un lato preziose testimonianze degli interessi istituzionali di S. Maria della Scala, dall’altro particolari storico-sociali cioè delle opere della misericordia, dell’amministrazioni comunale e della politica pontificia del tempo. Per la committenza del ciclo sono importanti soprattutto le implicazioni politiche del Concilio di Firenze. Grazie allo studio dei ritratti raffigurati nelle opere del Vecchietta e di Domenico di Bartolo, possibile in base a un attento esame dei prototipi, è stato possible riconoscere importanti personaggi di questo evento, come Papa Eugenio IV, l’imperatore Giovanni Paleologo, l’imperatore Sigismondo, il Cardinale Bessarione, Niccolò Albergati o Lionello d’Este. Così il ciclo si rivela strettamente collegato al tessuto storico-culturale dell’epoca.
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