Imperiale - cristiano - pagano - privato. Dal contesto al significato

Forfattere

  • Beate Brenk

DOI:

https://doi.org/10.5617/acta.5703

Sammendrag

Giacchè la Chiesa nel vuoto di potere del 476 potè subentrare al cessato impero romano, si è delineato per la storia dell’arte del tardoantico un modello secondo cui l’arte imperiale nel quinto secolo ugualmente si era data il cambio con l’arte cristiana, cioè la Chiesa cristiana era stata promossa per così dire ad erede unico delle esigenze e delle tradizioni artistiche dell’impero. Questo modello storiografico è ancora sostenibile? L’idea fissa che i cristiani dovvevano aver fatto nient’altro che prendere il “manico dello scrigno iconografico imperiale” si dimostra unilaterale e indifferenziata. Invece di cercare influssi mi sembra più fruttuoso che il problema dello scambio reciproco e della partecipazione venga avvicinato ad una eredità comune e diffusa. La nostra odierna disciplina ha una pronunciata difficoltà di concedere al paganesimo ancora nel quinto secolo architetture ed opere d’arte originali, perché essa ha dato la palma del vinctiore già da tempo all’architettura cristiana. Il quinto secolo viene squalificato nella nostra disciplina come fine del paganesimo: qui non è possibile che nascono delle cose nuove pagane. È giustificato questo verdetto?

Hvordan referere

Brenk, B. (2020) «Imperiale - cristiano - pagano - privato. Dal contesto al significato», Acta ad archaeologiam et artium historiam pertinentia, 15(1 N.S.), s. 149–162. doi: 10.5617/acta.5703.